Buoni Pasto
LEGGE DI BILANCIO 2020, NOVITÀ IMPORTI BUONI PASTO: COSA CAMBIA
La legge di Bilancio 2020 ha introdotto alcune novità rilevanti in materia di welfare aziendale e, in particolare, riguardo i buoni pasto.
Con le recenti modifiche, infatti, i buoni pasto elettronici beneficeranno di un’esenzione fiscale maggiore: “Dal 1° gennaio 2020, il limite di esenzione fiscale del buono pasto cartaceo scende da 5,29 a 4 Euro, mentre per quello elettronico la soglia sale da 7 a 8 Euro.
Ma cosa si intende per buoni pasto elettronici? Si tratta di ticket cartacei tradizionali che diventano digitali attraverso l’accredito diretto del loro valore su carta elettronica, ciò consente di fare la spesa presso i negozi convenzionati al circuito della società che ha emesso i buoni pasto. Un’iniziativa che, secondo le stime dei tecnici, potrebbe portare ad un’emersione di circa 24 milioni di euro in entrata da parte dello Stato.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito in molteplici occasioni che il regime di favore è garantito soltanto se l’erogazione dei buoni pasto riguarda la generalità dei dipendenti o categorie omogenee di essi, ad esempio:
- dipendenti con lo stesso inquadramento (operai, impiegati, quadri, dirigenti, ecc.);
- dipendenti con lo stesso livello contrattuale (IV livello, V livello, ecc.);
- dipendenti appartenenti a una certa sede. L’eventuale concessione dei buoni pasto nei giorni non lavorativi rende gli stessi interamente soggetti a tassazione mentre i ticket relativi al 2019, che sono stati erogati entro il 12 gennaio 2020 faranno riferimento ai vecchi limiti di 5,29 e a 7 €.
Questi cambiamenti hanno il chiaro intento di favorire l’utilizzo dei buoni pasto elettronici e i pagamenti digitali (principio di tracciabilità), ma risulta doveroso porre l’accento sul mancato adeguamento da parte delle aziende: il rischio per il datore di lavoro sarà quello di andare incontro ad un costo maggiore (l’importo imponibile ai fini Irpef e contributivi riguarda solo la parte eccedente la soglia) mentre i lavoratori avranno a loro carico maggiori tasse e contributi che incideranno negativamente sullo stipendio netto finale.
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Mirco De Maria
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